Gentili lettori
Da oggi potrete trovare Progetto Emmaus nella libreria Feltrinelli al seguente: la Feltrinelli Librerie Padova (via S. Francesco) - Padova
via S. Francesco, 7
lunedì, ottobre 16, 2006
mercoledì, agosto 23, 2006
Progetto Emmaus in Bulgaria
Un grande ringraziamento al portale letterario www.bukvite.com/ e ai curatori del medesimo:
Ivan Bogdanov e Kamelia Ivanova per lo spazio riservato al romanzo.
Ivan Bogdanov e Kamelia Ivanova per lo spazio riservato al romanzo.
Marco Bazzato
martedì, agosto 22, 2006
Un ringraziamento a www.antelitteram.com
Un ringraziamento particolare al sito letterario antelitteram.com per aver inserito la prefazione di Progetto Emmaus e un caro saluto a tutti i suoi lettori
Marco Bazzato
Marco Bazzato
venerdì, agosto 04, 2006
Grazie a NWO New Wolrd Order
mercoledì, agosto 02, 2006
ComeDonChisciotte
Il mio grazie al webmaster, ai collaboratori e a tutti i lettori del sito
Marco Bazzato
lunedì, luglio 31, 2006
Nuovo Blog
Gentili lettori e care lettrici
e con piacere che vi annuncio l'apertura del nuovo blog da me curato.
In esso potrete trovare articoli, commenti, foto, inerenti alla letteratura, politica italiana e internazionale.
Spero di trovarvi numerosi.
Marco Bazzato
venerdì, luglio 28, 2006
Grazie Librando.net
Librando.net si unisce agli amici di Progetto Emmaus inserendo nel suo sito letterario la recensione di Natalia Andreeva e vari link.
Un ringraziamento personale a Sergio Gandrus
Marco Bazzato
P.E.N. CLUB Italia
Il Pen Club Italia da notizia tramte la rete dell'uscita di Progetto Emmaus nelle pagine dedicate ai libri dei suoi membri
mercoledì, luglio 26, 2006
martedì, luglio 25, 2006
Segreti di Pulcinella da ampio spazio a Progetto Emmaus
La rivista letteraria online Segreti di Pucinella curata da Massimo Acciai dedica un'articolo e pubblica la prefazionne di Progetto Emmaus di Natalia Andreeva
UAAR segnala Progetto Emmaus
Anche l'UAAR Unione degli atei e agnostici e razionalisti segnala Progetto Emmaus ai suoi lettori
giovedì, luglio 20, 2006
Progetto Emmaus è in vendita on-line
Gentili lettori,
e con vivo piacere che vi annuncio che il romanzo Progetto Emmaus lo potrete trovare presso la libreria on'line di Macrolibrarsi.
Certo che il romanzo trovi il vostro interesse, vi ringrazio tutti anticipatamente
L'autore
Marco Bazzato
sabato, luglio 15, 2006
Presentazione a Sofia 11.07.2006
Presentazione a Sofia 11.07.2006
Presentazione a Sofia 11.07.2006
Presentazione a Sofia 11.07.2006
giovedì, giugno 22, 2006
Invito presentazione libreria Chelicon Sofia (BG)
Invito alla presentazione per il romanzo Progetto Emmaus presso la libreria Chelicon di Sofia martedi' 11 Luglio c.a. alle ore 18 Boulevard Vitoscha n. 62.
Ingresso dal Boulevard Patriarch Evtimii, Sofia (BG)
A tutti gli Italiani che presenteranno una copia di questo coupon, potranno acquistare il libro con uno sconto del 35% dal prezzo della copertina Italiana.
Ingresso dal Boulevard Patriarch Evtimii, Sofia (BG)
A tutti gli Italiani che presenteranno una copia di questo coupon, potranno acquistare il libro con uno sconto del 35% dal prezzo della copertina Italiana.
VIII Meeting Internazione degli Scrittori
VIII Meeting Internazionale degli scrittori Sofia-Varna Giugno 2006
mercoledì, giugno 21, 2006
Lista partecipanti VIII Meeting Internazionale degli Scrittori
Sofia-Varna 12-16 giugno 2006
Azerbaijan
Prof. Chingz Abdullaev
Naim Ibraghimov
Albania
Djabir Ahmeti
Grecia
Kostas Valetas
Christos Hartomacidis
Egitto
Rifaat Sallam
India
Doc. Anand Sharma
Serbia
Srba Ignatovich
Risto Vassilevski
Turchia
Kerim Sakizli
Djevad Chapan
Ucraina
Ivan Drach
Roman Lubkivski
Francia
Cloudine Helft
Svezia
Carl Frederik Gildea
Valeri Ivanov – Tagansky
Lev Katiukov
Maxim zamschev
Ian Brushtein
Vladimir Gussev
Ivan Globunichy
Moldova
Niko Stoianov
Mongolia
Luvsanjamtz Udval
Polonia
Marek Warzkiewicz
Romania
Corina Strib
Spagna
Manuel Munos Hidalgo
Italia
Marco Bazzato
Kazakhistan
Olieg Suleimanov
Cipro
Elli Peonidu
Panos Peonidos
Macedona
Acc, Nicola Klijusev
Acc. Gane Todorovski
Vesna Atveska
Matea Matesky
Sofia-Varna 12-16 giugno 2006
Azerbaijan
Prof. Chingz Abdullaev
Naim Ibraghimov
Albania
Djabir Ahmeti
Grecia
Kostas Valetas
Christos Hartomacidis
Egitto
Rifaat Sallam
India
Doc. Anand Sharma
Serbia
Srba Ignatovich
Risto Vassilevski
Turchia
Kerim Sakizli
Djevad Chapan
Ucraina
Ivan Drach
Roman Lubkivski
Francia
Cloudine Helft
Svezia
Carl Frederik Gildea
Valeri Ivanov – Tagansky
Lev Katiukov
Maxim zamschev
Ian Brushtein
Vladimir Gussev
Ivan Globunichy
Moldova
Niko Stoianov
Mongolia
Luvsanjamtz Udval
Polonia
Marek Warzkiewicz
Romania
Corina Strib
Spagna
Manuel Munos Hidalgo
Italia
Marco Bazzato
Kazakhistan
Olieg Suleimanov
Cipro
Elli Peonidu
Panos Peonidos
Macedona
Acc, Nicola Klijusev
Acc. Gane Todorovski
Vesna Atveska
Matea Matesky
VIII Meeting Internazionale degli scrittori Sofia 2006 (BG)
VIII Meeting Internazionale degli scrittori Sofia 2006 (BG)
VIII Meeting Internazionale degli scrittori Sofia 2006 (BG)
La forza e la debolezza delle parole nel dialogo con il mondo in globalizzazione
Gentili signore, egregi signori,
desidero ringraziare il Signor Georghi Parvanov, Presidente della Repububblica di Bulgaria che patrocinia l’evento, la Fondazione Slaviani, nella persona del Professor Zahari Zakariev, l’Associazione degli Scrittori Bulgari nella persona del suo presidente Sig. Nicolay Petev, e il poeta Sig. Lyubomir Levchev che con la consueta tenacia, hanno permesso che questo evento si realizzasse.
Gli ringrazio per l’invito, e mi sento nuovamente onorato d’essere tra tutti voi. Vedo tra i delegati, colleghi che ho avuto il piacere di conoscere l’anno precente, e scrittori cui la fama ha varcato i confini nazionali, lasciando un segno difficilmente egualiabile nella storia della letteratura internazionale.
Ho riflettuto alcuni giorni per l’approccio senza essere noioso, e credo d’essere giunto ad alcune deduzioni, che certamente non saranno esaustive, visto l’ampiezza, e la molteplicità di sfumature a cui esso si presta.
Oggi, in una società in rapida evoluzione, ci troviamo, forse come mai prima d’ora succubi di un nuovo mondo: Internet.
Questo strumento, ha permesso anche a noi scrittori d’aprire una nuova breccia sul mondo. Ma questo non basta, anzi, spesso questa realtà virtuale, si trasforma in una panacea, che da l’illusione di toccare con mano ogni realtà sul pianeta, creando una fortezza illusoria di dialogo e di conoscenza, che mal si addice alla realtà dello scrittore.
Le parole viaggiano alla velocità della luce, ma come elettroni impazziti, raggiungo i nostri sensi, con un suono distorto. E un fruscio di fondo, sovente generato dai pregiudizi, forse dovuto all’eccesso d’informazione, dove l’uomo contemporaneo, non riesce più a distinugere la verità dall’inganno, portandolo a credere a verità ripetute e martellate nelle menti, deprivandolo della possibilità d’analizzare e razionalizzare il tutto.
Innanzi a questa mole impressionante di dati, si è come naufraghi in balia di una corrente pericolosa e deviazionistica, che inconsciamente condiziona le masse, creando con l’artificio dell’inganno l’idea del sapere e dell’essere presenti.
L’uomo per sua natura, si relaziona con il mondo esterno, attraverso i cinque sensi, ma essi, però soffrono delle debolezze che la tecnologia mette a disposizione: l’atrofizzazione parziale dei medesimi, che indebolisce e svuota, dove la realtà globale potrebbe arrivare a distruggere la realtà locale, e individuale, destrutturando l’uomo stesso.
Lo scrittore, forse gode di una posizone privilegiata, perché grazie anche al talento che la natura gli ha messo a disposizione, riesce a filtrare attraverso il proprio essere, eventi, situazioni, emozioni, che razionalmente sono inspiegabili, ma che conferiscono, in forme diverse, la forza di far partecipe l’insieme di culture, lingue, tragedie, e/o allegorie del mondo che si evolve attorno a noi.
In una realtà sempre più frenetica, siamo i cronisti che fermano il tempo, dove le parole sfrecciano e ci raggiungono a frequenze diverse. Ognuna dotata di forza e e debolezza intrinseca. Ma nel villaggio globale, assistiamo ad un fenomeno estremamente pericoloso, che si è sempre ripresentanto nel corso della storia, e che ora riemerge in forma più acuta: la debolezza del forte che urlando può imporre il dominio e controllo. Lo percepiamo quotidianamente, dove l’imposizione tende a schiacciare e rendere inerti le differenze culturali, e l’omolagazione sta raggiungendo vette pericolose, dove pochi riescono, e trovano la forza d’andare contro corrente.
Vorrei raccontarvi un fatto:
Il due giugno, mentre scrivevo questo intervento, in Bulgaria è il giorno dedicato al poeta patriotico Hirsto Botev, e si ricordano per la libertà della Bulgaria, ed ho sentito le sirene suonare. Quel suono sinistro, profondo, era come un lamento dei morti che cercano il ricordo, tornando per tre minuti alla vita. Per centoottanta secondi il popolo si ferma sulle strade a rendere omaggio. Il grido stridente mi ha riportato alla realtà, alla tragicità propria delle parole, alla virulenza nei confronti del diverso, del “nemico”, che per colpa di pochi, un domani potrebbe essere il vicino di casa.
Quel suono gemente, ha spazzato via l’illusorietà pericolosa di un mondo uniformato, virtuale, palesemente falso e dannoso, dove non ci si può esprimere nella diversità, l’individualità. Quell’ acuto morbosamente orrorifico, a tutt’oggi risuona in molte nazioni e continua ad essere udito da milioni di persone, non a memoria dei caduti passati, ma come un’ancora di salvezza, nei confronti delle atrocità che si continuano a perpetrare.
Le antiche domande che l’uomo di pone dall’inizo del tempo, non sono cambiate, e l’enorme punto interrogativo, grava ancora sulle nostre teste, e attendono risposte, che seppur con sfumature e accenti diversi, risuonino univoche.
Non esistono ricette magiche, o pozioni che possano cambiare il mondo. Ma abbiamo nella parola, la forza di rendere creativo il pensiero, e questa creatività dovrebbe risuonare come il lamento delle sirene del due giugno, portando ad interrogarci sul perché siamo impotenti innanzi agli errori che si ripetono.
Lo scrittore è come una voce che grida nel deserto, e il primo deserto è la creazione stessa. Soli innanzi al nulla del foglio bianco, soli, come le sirene che reclamano d’essere udite. In questo luogo ovattato, immerso nel mondo, ma fuori da esso, capta e trasforma quanto vibra nel suo essere.
È necessario alla luce di tutto ciò, fare un distinguo essenziale tra quella che è la vera globalizzazione, dove si è riuniti in contatto culturale su scala planetaria, e quella, che viene smerciata come globalizzazione, ma null’altro è che una lotta egemonica per il predomio, non solo dei mercati, ma anche dei pensieri, svuotati dell’automomia individuale.
Le parole, in se non sono altro che singole sillabe, che assumono una forza costruttiva o distruttiva, in base a come le si vogliono stumentalizzare, ma spesso sono forti con i deboli, e deboli con i forti.
Si vorrebbe che l’utopia divenisse realtà, che il sogno divenisse un esperienza metafisica che coinvolgesse l’essenza dell’uomo, ma egli dimostra per l’ennesima volta che il riflusso del tempo, lo sta nuovamente travolgendo, e che il dialogo ed il confronto, sovente avviene tra sordi che ascoltano solo se stessi, negando l’altro.
Le parole nel mondo globalizzato, viaggiano armate, come freccie avvelenate, deprivate della fragilità dell’essere della loro innata forza creativa.
Paradossalmente, la parola richiede silenzio, ascolto, il saper fondere in un'unica identità bisogni diversi, rendendoli comuni. Solo così la forza dell’espressività né esce rinsaldata.
Noi che ruolo giochiamo in tutto ciò? Quello dei forti? Dei deboli? Degli ascoltatori, o degli urlatori?
Credo che oguno conosca la riposta, e non necessariamente la debba comunicare. Ma però, la sola presenza a questo forum, dovrebbe indicarci una via da percorre, una strada da tracciare, non per il nostro bene o interesse personale, ma per un bene comune che si espande fuori da queste mura, oltre a questi giorni, rammentando che la Parola, qualunque essa sia perdura in eterno, e semina i suoi frutti , creando un peso distruttivo o costruttivo, a seconda della volontà dell’uomo che la usa.
Desidero terminare, e dedicare il mio intervento, con un ringraziamento particolare anche alle figure che sono uno dei dei ponti tra le varie culture: i traduttori e gli interpreti, perché grazie al loro lavoro, permettono che le antiche divisioni linguistiche di Babele siano superate.
Grazie per l’attenzione
Marco Bazzato
Poeta e Scrittore, Membro P.E.N. Club Italia
Sofia, li 12.06.2006
Gentili signore, egregi signori,
desidero ringraziare il Signor Georghi Parvanov, Presidente della Repububblica di Bulgaria che patrocinia l’evento, la Fondazione Slaviani, nella persona del Professor Zahari Zakariev, l’Associazione degli Scrittori Bulgari nella persona del suo presidente Sig. Nicolay Petev, e il poeta Sig. Lyubomir Levchev che con la consueta tenacia, hanno permesso che questo evento si realizzasse.
Gli ringrazio per l’invito, e mi sento nuovamente onorato d’essere tra tutti voi. Vedo tra i delegati, colleghi che ho avuto il piacere di conoscere l’anno precente, e scrittori cui la fama ha varcato i confini nazionali, lasciando un segno difficilmente egualiabile nella storia della letteratura internazionale.
Ho riflettuto alcuni giorni per l’approccio senza essere noioso, e credo d’essere giunto ad alcune deduzioni, che certamente non saranno esaustive, visto l’ampiezza, e la molteplicità di sfumature a cui esso si presta.
Oggi, in una società in rapida evoluzione, ci troviamo, forse come mai prima d’ora succubi di un nuovo mondo: Internet.
Questo strumento, ha permesso anche a noi scrittori d’aprire una nuova breccia sul mondo. Ma questo non basta, anzi, spesso questa realtà virtuale, si trasforma in una panacea, che da l’illusione di toccare con mano ogni realtà sul pianeta, creando una fortezza illusoria di dialogo e di conoscenza, che mal si addice alla realtà dello scrittore.
Le parole viaggiano alla velocità della luce, ma come elettroni impazziti, raggiungo i nostri sensi, con un suono distorto. E un fruscio di fondo, sovente generato dai pregiudizi, forse dovuto all’eccesso d’informazione, dove l’uomo contemporaneo, non riesce più a distinugere la verità dall’inganno, portandolo a credere a verità ripetute e martellate nelle menti, deprivandolo della possibilità d’analizzare e razionalizzare il tutto.
Innanzi a questa mole impressionante di dati, si è come naufraghi in balia di una corrente pericolosa e deviazionistica, che inconsciamente condiziona le masse, creando con l’artificio dell’inganno l’idea del sapere e dell’essere presenti.
L’uomo per sua natura, si relaziona con il mondo esterno, attraverso i cinque sensi, ma essi, però soffrono delle debolezze che la tecnologia mette a disposizione: l’atrofizzazione parziale dei medesimi, che indebolisce e svuota, dove la realtà globale potrebbe arrivare a distruggere la realtà locale, e individuale, destrutturando l’uomo stesso.
Lo scrittore, forse gode di una posizone privilegiata, perché grazie anche al talento che la natura gli ha messo a disposizione, riesce a filtrare attraverso il proprio essere, eventi, situazioni, emozioni, che razionalmente sono inspiegabili, ma che conferiscono, in forme diverse, la forza di far partecipe l’insieme di culture, lingue, tragedie, e/o allegorie del mondo che si evolve attorno a noi.
In una realtà sempre più frenetica, siamo i cronisti che fermano il tempo, dove le parole sfrecciano e ci raggiungono a frequenze diverse. Ognuna dotata di forza e e debolezza intrinseca. Ma nel villaggio globale, assistiamo ad un fenomeno estremamente pericoloso, che si è sempre ripresentanto nel corso della storia, e che ora riemerge in forma più acuta: la debolezza del forte che urlando può imporre il dominio e controllo. Lo percepiamo quotidianamente, dove l’imposizione tende a schiacciare e rendere inerti le differenze culturali, e l’omolagazione sta raggiungendo vette pericolose, dove pochi riescono, e trovano la forza d’andare contro corrente.
Vorrei raccontarvi un fatto:
Il due giugno, mentre scrivevo questo intervento, in Bulgaria è il giorno dedicato al poeta patriotico Hirsto Botev, e si ricordano per la libertà della Bulgaria, ed ho sentito le sirene suonare. Quel suono sinistro, profondo, era come un lamento dei morti che cercano il ricordo, tornando per tre minuti alla vita. Per centoottanta secondi il popolo si ferma sulle strade a rendere omaggio. Il grido stridente mi ha riportato alla realtà, alla tragicità propria delle parole, alla virulenza nei confronti del diverso, del “nemico”, che per colpa di pochi, un domani potrebbe essere il vicino di casa.
Quel suono gemente, ha spazzato via l’illusorietà pericolosa di un mondo uniformato, virtuale, palesemente falso e dannoso, dove non ci si può esprimere nella diversità, l’individualità. Quell’ acuto morbosamente orrorifico, a tutt’oggi risuona in molte nazioni e continua ad essere udito da milioni di persone, non a memoria dei caduti passati, ma come un’ancora di salvezza, nei confronti delle atrocità che si continuano a perpetrare.
Le antiche domande che l’uomo di pone dall’inizo del tempo, non sono cambiate, e l’enorme punto interrogativo, grava ancora sulle nostre teste, e attendono risposte, che seppur con sfumature e accenti diversi, risuonino univoche.
Non esistono ricette magiche, o pozioni che possano cambiare il mondo. Ma abbiamo nella parola, la forza di rendere creativo il pensiero, e questa creatività dovrebbe risuonare come il lamento delle sirene del due giugno, portando ad interrogarci sul perché siamo impotenti innanzi agli errori che si ripetono.
Lo scrittore è come una voce che grida nel deserto, e il primo deserto è la creazione stessa. Soli innanzi al nulla del foglio bianco, soli, come le sirene che reclamano d’essere udite. In questo luogo ovattato, immerso nel mondo, ma fuori da esso, capta e trasforma quanto vibra nel suo essere.
È necessario alla luce di tutto ciò, fare un distinguo essenziale tra quella che è la vera globalizzazione, dove si è riuniti in contatto culturale su scala planetaria, e quella, che viene smerciata come globalizzazione, ma null’altro è che una lotta egemonica per il predomio, non solo dei mercati, ma anche dei pensieri, svuotati dell’automomia individuale.
Le parole, in se non sono altro che singole sillabe, che assumono una forza costruttiva o distruttiva, in base a come le si vogliono stumentalizzare, ma spesso sono forti con i deboli, e deboli con i forti.
Si vorrebbe che l’utopia divenisse realtà, che il sogno divenisse un esperienza metafisica che coinvolgesse l’essenza dell’uomo, ma egli dimostra per l’ennesima volta che il riflusso del tempo, lo sta nuovamente travolgendo, e che il dialogo ed il confronto, sovente avviene tra sordi che ascoltano solo se stessi, negando l’altro.
Le parole nel mondo globalizzato, viaggiano armate, come freccie avvelenate, deprivate della fragilità dell’essere della loro innata forza creativa.
Paradossalmente, la parola richiede silenzio, ascolto, il saper fondere in un'unica identità bisogni diversi, rendendoli comuni. Solo così la forza dell’espressività né esce rinsaldata.
Noi che ruolo giochiamo in tutto ciò? Quello dei forti? Dei deboli? Degli ascoltatori, o degli urlatori?
Credo che oguno conosca la riposta, e non necessariamente la debba comunicare. Ma però, la sola presenza a questo forum, dovrebbe indicarci una via da percorre, una strada da tracciare, non per il nostro bene o interesse personale, ma per un bene comune che si espande fuori da queste mura, oltre a questi giorni, rammentando che la Parola, qualunque essa sia perdura in eterno, e semina i suoi frutti , creando un peso distruttivo o costruttivo, a seconda della volontà dell’uomo che la usa.
Desidero terminare, e dedicare il mio intervento, con un ringraziamento particolare anche alle figure che sono uno dei dei ponti tra le varie culture: i traduttori e gli interpreti, perché grazie al loro lavoro, permettono che le antiche divisioni linguistiche di Babele siano superate.
Grazie per l’attenzione
Marco Bazzato
Poeta e Scrittore, Membro P.E.N. Club Italia
Sofia, li 12.06.2006
domenica, giugno 04, 2006
Risveglio dal sonno Cristiano?
Risveglio dal sonno Cristiano?
Questo sonno religioso è uno dei più continuativi della storia umana. Esso purtroppo aveva assai pochi centri d’attrazione, forse le forze centrifughe spesso avevano il sopravvento sopra le forze centripete, e oltre questo si sentiva grande scarsezza di fascino. I motivi? Ormai sono storicamente noti: tradimento, vittoria fariseica, crocifissione, persecuzione dei cristiani, inquisizione, eresie…e sopra a tutto questo, da duemila anni pendono le reliquie martirizzate del Redentore. Che tutt’ora sono lì.
Ma cosa succederebbe se il sonno diventasse nuovamente realtà? Una domanda eretica che Marco Bazzato ambiziosamente si pone, e insistentemente cerca la risposta nel suo romanzo Progetto Emmaus.
Ad uno sguardo di sfuggita, questo è un libro con un appesantito inizio avventuroso: l’azione domina sul ragionamento, lo spazio designato per le deduzioni dell’autore è abbastanza chiuso, e le svolte sono più biografiche, piuttosto che la sfida rivolta verso il torrente della coscienza.
Dove sono però le precedenze di questo libro che vale la pena d’essere consigliato? Devono essere cercate innanzitutto nel suo carico morale. Nella critica verso l’ordine mondiale, non però da sinistra o da destra, ma dal punto di vista dell’umanesimo; nella sua furiosa negazione della piaghe rodenti dell’istituzione vaticana.
Il conflitto tra la Fratellanza, alle spalle di cui chiaramente si nasconde qualche tardivo ambiente gnostico, probabilmente di specie massonica in cui è implicato un cardinale di origine polacca, che successivamente diventertà Papa; e dall’altra- l’organizzazione Opus Dei che usa i principi di Sant’Ignazio de Loyola. L’Opera è durevolmente intrecciata nelle strutture del Vaticano, che in effetti sono una proiezione del antico conflitto tra eresia e potere ecclesiastico. Ma nel romanzo sono propagate le profondità storiche di questo contrasto: Esseni e Farisei, cristianesimo primitivo e cristianesimo di Stato, Cristo e Satana, il Tempo di Salomone, e la chiesa di Pietro e Paolo, gnosi e cattolicesimo, eresia e sacra inquisizione, il libro segreto dei Bogomili di Concorrezzo, e la Sacra Scrittura canonizzata dalla chiesa.
La tecnica moderna e metodi medioevali e inquisitoriali si fondono idealmente per realizzare il Progetto Emmaus. Il romanzo ha una domanda fondamentale: è possibile con mezzi meccanici così corrispondenti come sostanza ad un’epoca materiale come la nostra contemporaneità, far tornare il Redentore sulla terra affinché riprenda nuovamente come una spugna cosmica i nostri peccati bimillenari?
Fino a chè livello Emmanuele copre l’immagine di Gesù? Questo rimane come un punto interrogativo durante l’intero romanzo. Uno però è condotto categoricamente: se oggi il Messia apparisse nuovamente all’umanità, verrebbe accolto come ingannatore, brigante, distruttore dello status quo della chiesa, e il pericolo successivo del potere sacerdotale. Anche la risposta dell’autore del romanzo è inequivocabile; che cosa lo attende questo Redentore nella vecchia Europa: sofferenze inquisitoriali e per la seconda volta la crocifissione; e nella nuova Atlantide al dilà dell’oceano-un processo che porterà alla condanna, e nel caso migliore il successivo tormentoso spegnimento, in qualche manincomio.
Il messaggio di Marco Bazzato è stato enuniciato chiaramente: la storia del Golgota è destinata a ripetersi, se è destinata a ripetersi anche la storia di Betlemme. Detto con altre parole: né nei confronti del semidio, né nei confronti dell’individuo semplice, qualcosa è generalmente cambiato in duemila anni di storia terrestre.
E la salvezza? E la luce nel tunnel? Per Bazzato essa è nell’unità dei figli di Abramo: Giudei, Cristiani, Musulmani contro le istituzioni e i poteri delle tenebre. Solo così Emmanuele potrà essere liberato dal crocifisso e riportato nel Tempio; solo così potranno guarire le sacre ferite nel suo corpo, e tramite lui potranno essere concepiti i figli dell’Eden. Questa unione è stata vista nuovamente dalla visione dei Bogomili e dei Catari- come resistenza contro Satana e il sua entrata solenne attraverso la porta Vaticana, spalancata davanti a lui.
Il romanzo è un racconto ansimante per la battaglia eterna dell’elitarismo del Tempio e la profanazione della Chiesa. Dove si trova però lungo questa strada l’autore? Lui tutt’ora non è penetrato nella Dimora, perché altrimenti il suo verbo e il suo pensiero sarebbero stati diversi. Le lingue inizatiche suonano più metaforiche e più assorte, con una grande sensibilità verso il mistico. Ma da un’altra parte, Bazzato da un tempo ha girato le spalle anche alle folla nell’atrio del Tempio. I doni che porta e lascierà sotto le sue colonne sono antichi: umanismo, fede, tolleranza religiosa, e libero pensiero.
Gli basteranno però, le forze e il tempo per vedere il mondo della vanità, anche dal lato interno del suolo del Tempio? Qualche segno parlano in merito ad una simile supposizione: i riferimenti verso gli Apocrifi, il suo fatidico rapporto con la Bulgaria-Terra di eresia secolare, di tolleranza religiosa millenaria, come la sua curiosità verso frutti proibiti vietati dal Dogma.
Forse il suo appello per l’alleanza religiosa ha sorpassato assai il tempo. Forse fino ad un certo punto, questa speranza può apparire naif, e che i figli dell’Eden scendano sulla terra in sembianze umane, tramite l’amore tra uomo e donna. Forse il vagabondare dei personaggi del romanzo possono assomigliare al movimento caotico delle particelle di Brown, e l’ultimo messaggio finale del libro è più pessimistico, di quanto presuppone l’amore nella piramide di Cheope, e la cicatrizzazione delle ferite di Gesù. Alla fine, la sorte dell’alunno può ancora perdersi nella nebbia del tempo futuro, e anche dalla strada di apprendista, del Maestro e il paladino della Rosa e della Croce, dividendolo ancora in trentatre gradini. Oguno di essi, porta un dono all’adepto, ma a volte la ruotine sovrasta e ferma l’evoluzione. A volte non basta la fede per continuare a salire verso il mistero. A volte l’animo umano non sa se è meglio a continuare a sognare, oppure finalmente svegliarsi dal sonno religioso. A volte il velo, coprendo gli occhi, impedisce di vedere la porta del tempio di Salomone.
Passerà Bazzato il suo suolo? E cosa troverà lì?
Il vertice della Piramide appartiene ad un altro mondo che è invisibile al non iniziato, sono pochi i prescelti che entreranno in essa, e meno solo quelli di che sono destinati a vedere la prima pietra del mondo di Dio.
Probabbilmente il restarne fuori, porta e crea meno disagi. Marco Bazzato però in nessun caso non è quell’adepto che una volta affacciatosi innanzi al suolo del Tempio si rifiuterà d’entrarvici dentro.
Natalia Andreeva
Germania 2006
ПРОБУЖДАНЕ ОТ ХРИСТИЯНСКИЯ СЪН?
Този религиозен сън се оказа един от най-продължителните в човешката история. В него, за съжаление, имаше твърде малко притегателни центрове, центробежните сили често надделяваха над центростремителните, и освен това се усещаше голяма оскъдица на очарование. Причините? Те са вече исторически известни: предателство, победа на фарисейщината, разпятие, гонения на християните, инквизиция, ереси... а над всичко това две хиляди години висяха изтерзаните мощи на Спасителя. И още са там.Но какво би станало, ако сънят отново се превърне в реалност? Един еретичен въпрос, който Марко Бадзато амбициозно си поставя и настойчиво търси отговора му в своя роман "Проектът Емаус”.При бегъл поглед това е книга с натежаващо приключенско начало: действието в нея доминира над разсъждението, пространството, предназначено за авторови изводи, е доста свито, а обратите са повече биографични, отколкото отправено към потока на съзнанието предизвикателство.Къде са обаче предимствата на тази книга, заради които тя си струва да бъде препоръчана? Те трябва да бъдат търсени преди всичко в моралния й заряд. В нейната критика към световния ред, не обаче отляво или отдясно, а от гледната точка на хуманизма; в нейното гневно отрицание на язвите, разяждащи Ватиканската институция.Конфликтът между Братството от една страна, зад което определено се крие някакво късно гностично общество, вероятно от масонски тип, и в което е замесен и един кардинал от полски произход, на когото впоследствие предстои да стане папа; а от друга – ползващата принципите на Игнаций Лойола организация "Опус дей”, трайно вплетена в структурите на Ватикана, всъщност е проекция на стария конфликт между ерес и църковна власт. Но в романа са обхванати и историческите дълбочини на това противостоене: есеи и фарисеи, ранно и одържавено християнство, Христос и Сатаната, Соломоновият храм и Петро-Павловата църква, гностицизъм и католицизъм, ерес и Света инквизиция, Тайната книга на богомилите от Конкорецо и канонизираното от църквата Свето писание.Модерна техника и средновековни инквизиторски методи са впрегнати за осъществяването на проекта "Емаус”. Основният въпрос на романа е: възможно ли е с механични средства, така отговарящи по същност на една материалистична епоха като нашата съвременност, Спасителят да бъде върнат на земята, за да поеме като космически сюнгер нашите двухилядолетни грехове отново?До каква степен Емануил покрива образа на Христос, остава под въпрос през целия роман. Едно обаче е категорично изведено: ако днес Месията се появи сред човечеството, той отново ще бъде посрещнат като измамник, разбойник, рушител на църковното статукво и поредна опасност за жреческата власт. Недвусмислен е и отговорът на автора на романа, какво го очаква този Спасител в стара Европа: инквизиторски мъки и повторно разпятие; а в Новата Атлантида отвъд океана – завършващ с присъда процес, и в най-добрия случай последващо мъчително угасване в някоя психиатрия.Посланието на Марко Бадзато е ясно изречено: историята на Голгота подлежи на повторение, ако на повторение подлежи историята от Витлеем. С други думи: нито по отношение на богочовека, нито по отношение на обикновения индивид нещо се е променило съществено за две хилядолетия земна история.А спасението? Светлината в тунела? За Бадзато тя е в обединението на Авраамовите синове: юдеи, християни и мюсюлмани, срещу институциите и властта на мрака. Само така Емануил може да бъде свален от разпятието и върнат в Храма; само така могат да заздравеят кръстните рани по тялото му и чрез него да бъдат заченати децата на Еден. Това обединение отново е видяно от позицията на богомилите и катарите – като отпор срещу Сатаната и тържественото му влизане през широко зеещата пред него порта на Ватикана.Романът е задъхан разказ за вечната битка между елитарността на Храма и профанизирането на Църквата. Къде обаче се намира по този път неговият автор? Той още не е проникнал в Светая светих, защото тогава словото и мисленето му щяха да бъдат други. Посветителските езици звучат по-метафорично, по-вглъбено и с по-голяма чувствителност към мистичното. Но от друга страна Бадзато отдавна е обърнал гръб и на тълпата в преддверието на Храма. Даровете, които той носи и ще остави под неговите колони, са древни: хуманизъм, вяра, религиозна търпимост и свободомислие.Ще му стигнат ли обаче силите и времето да види света на мирската суета и от вътрешната страна на храмовия праг? Няколко знака говорят в полза на едно подобно предположение: позоваването му на апокрифите, съдбовната му връзка с България – земя на вековни ереси, но и на хилядолетна верска толерантност, както и любопитството му към забранените от догмата плодове на духа.Може би неговият призив за религиозно обединение доста да е изпреварил времето си. Може донякъде да е наивна надеждата му, че децата на Еден ще слязат на земята в човешки образи и посредством любов между мъж и жена. Може лутането на романовите му персонажи повече да наподобява хаотичното движение на браунови частици, а последното му послание в края на книгата да е по-песимистично, отколкото предполагат една любов в Хеопсовата пирамида и зарастването на Христовите рани.Най-накрая, съдбата на ученика може още да се губи в мъглата на предстоящото време и от пътя на чирака, майстора и рицаря на розата и кръста да го делят още цели 33 стъпала.Всяко от тях носи по един дар за адепта, но понякога рутината надделява и спира развитието. Понякога не достига вяра, за да продължиш изкачването към тайнството. Понякога човешката душа не знае дали е по-добре да продължи да сънува или най-после да се пробуди от своя религиозен сън. Понякога пелена забулва очите и те престават да виждат вратата на Соломоновия храм.Ще прекрачи ли Бадзато неговия праг? И какво ще намери там?Върхът на пирамидата принадлежи към друг свят и е невидим за непосветения. Малцина са избраните, които ще проникнат в нея, още по-малко са онези, на които е отредено да видят първия камък на божия свят.Навярно оставането отвън носи по-малко несгоди все пак. Марко Бадзато обаче в никакъв случай не е онзи адепт, който, веднъж застанал пред прага на Храма, ще откаже да влезе в него.
Наталия Андреева
Германия, 2006
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